Oggigiorno si sente spesso dire che quell’imballaggio è “compostabile”, e visto che l’ambiente è diventato una priorità per un numero crescente di consumatori, le aziende usano spesso questo termine per posizionare i propri prodotti come eco-compatibili.
I prodotti compostabili sono realizzati con materiali “naturali” e si decompongono completamente senza produrre residui tossici nel processo. Il processo deve essere a livelli prestabiliti ed entro un periodo di tempo definito. Per essere classificati come compostabili, devono soddisfare requisiti specifici stabiliti nella norma europea EN 13432.
Il compostaggio quindi è un processo che scompone la materia per creare un “compost” denso di sostanze nutritive. Questo compost può quindi essere utilizzato come potente fertilizzante ed ammendante.
Il compostaggio offre una soluzione a ciclo chiuso, ma per evitare inutili contributi in discarica, è fondamentale il corretto smaltimento dei rifiuti organici.
Distinguiamo tra “compostaggio industriale” e “compostaggio domestico”, a seconda dell’impostazione e delle condizioni richieste per la decomposizione dei prodotti. Entrambe le forme di compostaggio creano un compost ricco di sostanze nutritive alla fine del processo.
Processo di compostaggio in più fasi ed attentamente monitorato con input misurati di calore, umidità ed ossigeno. Un impianto di compostaggio industriale ottimizza il procedimento per garantire una rapida biodegradazione del materiale organico controllando condizioni come la triturazione del materiale alla stessa dimensione o il controllo della temperatura e dei livelli di ossigeno e garantendo la produzione di un compost di alta qualità e privo di sostanze tossiche.
Quindi si convertono i rifiuti organici (compresi gli imballaggi) in prodotti stabili e igienizzati che possono essere utilizzati in agricoltura.
Quando viene smaltito in un impianto di compostaggio industriale, l’imballaggio viene trattato con temperature elevate, molto più alte di quelle che si possono incontrare in un bidone del compost da cortile a casa o in una discarica domestica. I livelli di calore più elevati in un ambiente altamente controllato e con condizioni specifiche rompono ulteriormente le confezioni, accelerando in minor tempo (qualche mese) la decomposizione e garantendo una miglior stabilità / qualità del compost.
Il compostaggio domestico produce un terreno ricco di sostanze nutritive a causa della scomposizione di rifiuti organici come avanzi di cibo, erba tagliata, etc. Ciò si verifica per un periodo di diversi mesi (circa un anno) in un bidone o discarica di compost domestico. Tuttavia, le condizioni e le temperature (calore più basso e per un tempo più lungo) per il compostaggio domestico non riescono a decomporre alcuni materiali d’imballaggio
Per poter riuscire a compostare a livello domestico gli imballaggi questi devono essere certificati per tale scopo (inclusi inchiostri ed adesivi).
Una volta che si conosce la differenza tra compostaggio industriale e domestico, è importante valutare se l’imballaggio ha la certificazioni per garantire che sia effettivamente compostabile. La semplice etichettatura di un prodotto “compostabile” non specifica come un prodotto può essere compostato (potrebbe essere in grado di decomporsi solo in un impianto industriale od avere componenti come inchiostri ed adesivi che influiscono negativamente sulla qualità del compost).
Bisogna accertarsi che gli imballaggi siano certificati in modo che si sappia sempre come smaltirli correttamente e compostarli in modo responsabile.